OSSERVATORIO MEDICO-LEGALE COMPARATO ITALIA GERMANIA SARS-COVID19
Il popolo italiano, in questo momento sta reagendo eroicamente, ma ciò non è sufficiente per combattere e vincere la guerra contro il Virus SARS-Covid-19.
Oggi è il 28 marzo 2020: noi contiamo in Italia 9.134 morti ufficiali, senza contare i deceduti a domicilio, senza assistenza medica, loro in Germania ne contano 351. Numeri impressionanti, inaccettabili.
I numeri di oggi comparati, in sintesi:
Tasso di mortalità:
Italia: 151/ milione di abitanti
Germania: 4/ milione di abitanti
Usciti dal trattamento:
Guariti:
Italia: 55,78%
Germania: 94,99%
Morti:
Italia: 45,48%
Germania: 5,01%
Mi sono messo al lavoro da qualche giorno per creare una sorta di osservatorio medico-legale per tentare di osservare senza ovviamente potere ancora del tutto comprendere (mancando l’omogenetià dei dati) le cause delle macroscopiche differenze nello sviluppo dell’epidemia e della mortalità tra Italia (peggiore paese al mondo) e Germania (tra i paesi più virtuosi).
Certamente tali numeri non si possono spiegare solamente con la narrativa dell’insorgere successivo dell’epidemia in Germania: il 15 febbraio 2020, infatti, quando tutto è iniziato noi contavamo 3 casi in Italia ed in Germania ne contavano 16.
La chiave di lettura del loro attuale successo e del nostro insuccesso sta certamente e prevalentemente nel vantaggio economico inaccettabilmente concesso alla Germania (preciso che sono mezzo tedesco) negli anni, da una politica italiana miope e poco attenta alla storia dei popoli che non ha ancorato la Germania ai suoi obblighi di redistribuzione del surplus e di cui pagheremo tutti ed a lungo le conseguenze.
Ma cosa è successo in Germania in questi giorni?
Si sono visti anche gli effetti della loro capacità organizzativa.
Vi è stata una immediata scelta nell’identificare un unico “faro” individuato fin da subito e senza alcuna discussione ed esitazione di sorta nel Robert Koch Institut (RKI) di Berlino, istituto accreditato dall’OMS che ha dettato regole comportamentali, applicate alla lettera dai politici, Frau Merkel in testa, dai cittadini e dai medici.
Si è inoltre vista una presenza penetrante ed autorevole del Bundesministerium (Ministro della Sanità, dr. Spahn), con provvedimenti tempestivi, di immediato impatto sul fronte della risposta sanitaria, con copertura economica che certamente noi, purtroppo in Italia non possiamo permetterci.
Da noi un cinguettio, mille fronti, un incoordinamento tra Stato e Regioni, il solito casino.
Il Robert Koch Institut, diretto magistralmente dall’impareggiabile suo presidente prof. Lothar Wieler, ha implementato fin da subito linee guida e modalità operative, riadattandole poi, costantemente, alle necessità con una unica cabina di regia tecnica.
Riportiamo in sintesi la loro strategia:
Queste le colonne portanti della loro strategia:
Quindi, riassumendo, vi è stata una eccezionale capacità organizzativa con identificazione di un unico referente (RKI), con implementazione immediata di linee guida comportamentali sulla classe medica, volta ad incidere sul controllo dell’epidemia con protezione delle classi a rischio (vecchi, pazienti affetti da poli-patologie), immediato aumento della capacità della risposta sanitaria, ove un ruolo fondamentale ha avuto indiscutibilmente la capacità di eseguire tempestivamente test su larga scala per consentire a) di riconoscere prima i focolai, b) di identificare i casi infettati, c) di identificare i contatti per disporre quarantene. Il personale sanitario che ha avuto contatti con malati Covid-19 non è stato messo in quarantena e ha potuto lavorare in casi di urgenza fino a quando non emergevano sintomi. E’ stata rivista la strategia testistica rivedendone i criteri costantemente volgendo i test, oggi, solamente a persone sintomatiche con ulteriori sotto-criteri di rischio per prevenire le prevedibili carenze dei test sul mercato da qui a breve.
COVID-19
UPDATE GIORNALIERO
AGGIORNATO AL 28 MARZO 2020
a cura dr. Andrea Failoni
medico-legale – Padova
www.carecontrol.it