NON SOLAMENTE ERRORI MA TRAGICHE FATALITA’ PER SPIEGARE LA GRAVITA’ NELLA DIFFUSIONE INIZIALE DEL VIRUS IN ITALIA
I numeri, in sintesi
OGGI:
Italia:
grafici epidemia Italia
Casi totali: 105.792
Incidenza mortalià:
206 / milione di abitanti
Usciti dal trattamento:
deceduti
43,85%
Germania:
grafici epidemia Germania
Casi totali: 71.808
Incidenza mortalità:
9/ milione di abitanti
Usciti dal trattamento:
deceduti
4,74%
Il Coronavirus si comporta come un’infezione noscomiale
e ciò spiega l’età media elevata dei deceduti in Italia perchè trattavasi di pazienti ricoverati
(CHRISTIAN DROSTEN)
Il popolo italiano, in questo momento sta reagendo eroicamente, ma ciò non è sufficiente per combattere e vincere la guerra contro il Virus SARS-Covid-19.
I nostri operatori sanitari stanno operando in maniera incredibile nell’ambito di una crisi senza precedenti, mettendo a rischio la propria incolumità e con le risorse di cui dispongono.
Oggi è il 02 aprile 2020: noi contiamo in Italia 13.428 morti ufficiali, senza contare i deceduti a domicilio, loro in Germania ne contano 931.
Differenze numeriche importanti, non necessariamente dovute ad errori, in quanto l’infezione iniziale, in Italia, è stata di tipo “nosocomiale” (cfr. Christian Drosten -direttore virologia Charite Berlino).
Da qualche giorno mi sono messo al lavoro per osservare attentamente cosa stia accadendo in Germania, senza la pretesa di volere spiegare i motivi di queste macroscopiche differenze numeriche, in quanto non vi è, attualmente, omogeneità di dati e quindi i due sistemi sono solo in parte paragonabili.
Nessun sistema avrebbe, verosimilmente, retto quello che l’Italia ha sopportato e sta sopportando come carico su un SSN (Sistema Sanitario Nazionale) con scarse riserve ma anche in ragione dello sfortunatissimo andamento dell’epidemia.
Tali numeri non si possono del tutto spiegare con la narrativa dell’insorgere ritardata dell’epidemia in Germania che certamente c’è stata, anche se va detto che il 15 febbraio 2020, quando tutto è iniziato, noi contavamo 3 casi in Italia ed in Germania ne contavano 16. Loro in Germania lo spiegano, ribadendolo costantemente (vedi conferenze stampa) che sono stati capaci fin da subito di eseguire numerosissimi test-tamponi su larga scala, isolando così i casi positivi: ciò ha consentito loro di arginare l’epidemia. Anche loro si aspettano una impennata dei casi.
Nè, tale macroscopica differenza trova la sua causa prevalente nelle modalità di trasmissione e/o assunzione dei dati epidemiologici, rienuto che per voce del dr. Wieler (RKI), tutti i decessi nei quali viene identificato il Coronavirus (Covid19-positivi) vengono registrati come deceduti per Coronavirus, indipendentemente dalle altre concause.
Le misure di restrizione sociale prese dal Goverono Italiano sono state certamente utili e necesarie e coraggiose e prese d’esempio da altri Stati, compresa la Germania.
Ma l’isolamento sociale da solo non basta.
Ciò che non ha funzionato e continua a non funzionare è la risposta del SSN che è andato sotto stress fin dalle fasi iniziali dell’epidemia con insufficiente e ritardata iniezione di nuive risorse (econimiche e sanitarie).
In Germania, nonostante, i numeri fossero nettamente inferiori, sono state prese analoghe misure restrittive, seguendo l’esempio dell’Italia, per ridurre i contatti sociali, con un vantaggio temporale relativo, stante il ritardo dell’epidemia, di circa 14 giorni, in Germania versus Italia che ha certamente giocato il suo ruolo, come si evince dalle curve dell’andamento dell’epidemia.
Va detto che per motivi che non spetta a me indagare la Germania si è presa, negli anni, un indiscutibile vantaggio economico, senza ridistribuire il surplus economico-commerciale, ciò che ha determinato riduzione di investimenti sul SSN in Italia, maggiori rispetto a quelli che si sono, comunque, anche registrati in Germania, riducendo così notevolmente quella che io chiamo “riserva saniaria”.
Questo vuole essere un diario che cercherò di aggiornare quotidianamente anche nella parte del Focus (più sotto) su ciò che viene pubblicamente riportato nelle varie confernze stampa in Germania, dal RKI (Robert Koch Institut), dal Ministero della Salute tedesco (Bundesminister, dr. Spahn) e dell’Isituto di virologia della Charite di Berlino, riconosciuto dall’OMS, con l’update giornaliero del suo direttore, dr. Christian Drosten.
Quanto avviene in Italia lo potrete verificcare dalle Fonti dell’ISS, dalle confernze stampa giornaliere della Protezione Civile, dai vari telegiornali.
In Germania vi è stata una immediata scelta nell’identificare un unico “faro” nel Robert Koch Institut (RKI) di Berlino, istituto accreditato dall’OMS, che ha dettato regole comportamentali, applicate più o meno alla lettera dai politici, Frau Merkel in testa, dai cittadini e dai medici.
Si sono visti da parte del Bundesministerium (Ministro della Sanità, dr. Spahn) provvedimenti tempestivi, di immediato impatto sul fronte della risposta sanitaria, con investimenti economici fuori dalla nostra portata (10 miliardi di € sugli ospedali, immediatamente): vedasi conferenza stampa del dr. Spahn del 23 marzo 2020 più sotto riportata.
Il Robert Koch Institut, timonato dall’impareggiabile suo presidente prof. Lothar Wieler, ha poi rivisto le linee guida, in primis per quanto riguarda la criteriologia dell’mplementazione testistica (i cd. tamponi) modificandole in corso d’opera e adattandole alle necessità, con una sostanziale, unica cabina di regia tecnica.
Anche in Germania vi sono state gravi difficoltà di appovvigionamento sul mercato mondiale di mezzi di protezione (mascherine e tute protettive per il personale sanitario) e di ventilatori.
Riportiamo di seguito e in sintesi le strategie implementate dal Robert Koch Institut e fatte proprie dal Ministro della sanità, dr. Spahn, come emerge dalle conferenze stampa più sotto riportate.
Queste, riassumendo, le colonne portanti della strategia in Germania:
Il personale sanitario che ha avuto contatti con i malati Covid-19 non è stato messo in quarantena e ha potuto lavorare in casi di urgenza fino a quando non emergevano sintomi.
E’ stata rivista la strategia testistica: i test, oggi, vengono eseguiti, solamente su persone sintomatiche con ulteriori sotto-criteri di rischio per prevenire la prevedibile carenze dei reagenti sul mercato mondiale, da qui a breve.
Dr. Andrea Failoni