I professori ” indimenticati” di Daniel Pennac dove sono?

Quelli che per loro eri come tutti gli altri, ma per te erano unici, non tanto per il loro sapere, quanto per la voglia di sapere da loro trasmessa; non tanto per il loro carattere, quanto per quel rapporto privilegiato che sapeva dare la sensazione dell’assoluta singolarita’.

Quei professori in grado di cambiarti la vita, perche’ reputavano speciale il loro uditorio e loro stessi lo erano in quanto sembravano incarnare la loro materia. Se gli “indimenticati” si ha la fortuna di incontrarli ancora, appaiono ormai stanchi e demotivati da una scuola sempre piu’ burocratica e globalista che li risucchia e confonde irrimediabilmente.

Se sfortunosamente non sia, invece, piu’ tanto scontato incontrarli, per quanto imbattersi in un professore ” indimenticato” ci sara’ sempre tempo, forse sarebbe piu’ realistico adottare la consapevolezza di poter rimanere fatalmente e incolpevolmente dimenticati….

In una dimensione, quale quella scolastica, contenitore ormai più di chi agogni al posto fisso a cui appoggiare chicchessia altro lavoro ( spesso piu’ remunerativo), le nuove generazione respirano aria approssimativa e massificata, cultura Invalsi e digitalizzata, lontana dai respiri poetici e dal profumo letterario, dalla conoscenza delle emozioni e dei sentimenti, ma piu’ vicina all’arido conformismo tecnologico e computerizzato.

E’ la richiesta che arriva dal mondo fuori la scuola, lo stesso che imbratta la stampa di orrendi articoli su femminicidi e stupri da stadio. Che vorrebbe una generazione robotizzata, ma che della mancanza di anima e cuore ne avverte tutta la fragilita’ e ne urla sottobanco la necessita’ educativa.

Una fragilita’ che ha pervaso ormai ogni ambito educativo e relazionale, dalla famiglia, alla scuola, allo sport e che disconosce anche l’apparato valoriale da sempre trasmesso dalla Chiesa.

Dissonanza cognitiva allora, per cui siamo in una societa’ che non riconosce la contraddizione in atto?

Opiuttosto accettazione acritica di una facilitazione del compito, per cui e’ più semplice e indisturbato trovare adepti che pedissequamente mettano in funzione una macchina robotizzata piuttosto che sorvegliare sui repentini e tumultuosi cambiamenti generazionali e dirigerli con la conoscenza emotiva?

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